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Neet: una malattia sociale italiana.
Secondo gli ultimi dati pubblicati nel corso dell’anno da Eurostat e Istat, i Neet in Italia rappresentano il 25,1% della popolazione compresa tra i 15 e i 34 anni (circa tre milioni di giovani).
I giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi, ottenendo al massimo la licenza media e decidendo di non frequentare scuola superiore o percorsi di formazione, sono il 12,7% del totale, una cifra di tre punti più alta rispetto alla media europea.
Si tratta quindi di 517mila ragazzi e ragazze, con una prevalenza del genere maschile (14,8%) rispetto a quello femminile (10,5%) e con un divario territoriale marcato: Sud e isole (16,6%), Nord (10,7%) e Centro (9,8%).
Fra coloro che lasciano precocemente la scuola solo uno su tre, una volta abbandonato il sistema scolastico, trova lavoro: “Ecco come nascono i Neet”
Il fenomeno è diffuso in Italia più che in qualsiasi altra regione d’Europa: la percentuale di Neet nel nostro Paese (23,1%) non solo è sensibilmente più alta rispetto alle media Ue (13,1%), ma è anche lontana dalla penultima posizione (occupata dalla Grecia, con 17,3%) e dalla terzultima (Spagna, 14,1%).
Se poi includiamo nel conteggio anche i giovani che hanno completato un iter formativo ma non trovano lavoro la quota di disoccupazione giovanile schizza al 40%.
Secondo gli ultimi dati pubblicati nel corso dell’anno da Eurostat e Istat, i Neet in Italia rappresentano il 25,1% della popolazione compresa tra i 15 e i 34 anni (circa tre milioni di giovani).
I giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi, ottenendo al massimo la licenza media e decidendo di non frequentare scuola superiore o percorsi di formazione, sono il 12,7% del totale, una cifra di tre punti più alta rispetto alla media europea.
Si tratta quindi di 517mila ragazzi e ragazze, con una prevalenza del genere maschile (14,8%) rispetto a quello femminile (10,5%) e con un divario territoriale marcato: Sud e isole (16,6%), Nord (10,7%) e Centro (9,8%).
Fra coloro che lasciano precocemente la scuola solo uno su tre, una volta abbandonato il sistema scolastico, trova lavoro: “Ecco come nascono i Neet”
Il fenomeno è diffuso in Italia più che in qualsiasi altra regione d’Europa: la percentuale di Neet nel nostro Paese (23,1%) non solo è sensibilmente più alta rispetto alle media Ue (13,1%), ma è anche lontana dalla penultima posizione (occupata dalla Grecia, con 17,3%) e dalla terzultima (Spagna, 14,1%).
Se poi includiamo nel conteggio anche i giovani che hanno completato un iter formativo ma non trovano lavoro la quota di disoccupazione giovanile schizza al 40%.
Ne parliamo Venerdì 18 ottobre alle 17.30 nella sede PD di via Coppino 115/e
Sarà possibile seguire i lavori anche on-line su zoom all’indirizzo: