MUSEO EGIZIO E CASO GRECO

Museo Egizio e caso Greco: “c’è chi sa e chi è sempre frainteso…”
di Laura Pompeo – Responsabile Cultura Pd Torino
E’ di questi ultimi giorni un fatto increscioso che “proverbialmente” si commenta da sé: attacchi infondati e fantasiose speculazioni contro Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino dal 2014.
A dare il là è stato Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), assessore al Welfare nella giunta regionale del Piemonte, che ha affermato: “Non riconfermerei Christian Greco perché ci sono figure più qualificate di lui. […] Ci fu un altro concorrente che meritava di più”. Sua opinione personale, anche se la domanda sorge spontanea: come mai questa esclamazione tardiva, ma preventiva in vista delle elezioni regionali del Piemonte, è forse la prenotazione di nuovi assessorati?
Incalza la Lega con l’abituale aggressività a spot, mutuata dal suo leader Salvini: “Cacciamolo subito!” Secondo il vice segretario nazionale Andrea Crippa, il Direttore dell’Egizio sarebbe un razzista: avrebbe discriminato gli italiani (con la carta musei, i figli in gita scolastica, le occasioni di ingressi gratuiti o ridotti per tutti) per favorire una tantum i visitatori arabi (turisti e residenti) i cui tesori archeologici riempiono i musei di tutto il mondo.
Christian Greco è uno studioso di fama internazionale. Ha altissime competenze scientifiche e manageriali: per lui parlano il lavoro e i risultati, con numeri da record. Lo stesso presidente della Giunta Regionale del Piemonte Alberto Cirio gli riconosce grande preparazione e capacità. E il direttore del Museo Egizio non fa certo parte di quegli intellettuali che si sottraggono al dovere di interagire con il pubblico: tutt’altro!
Il Museo Egizio è un vanto assoluto per Torino: uno dei più importanti e visitati musei italiani, il secondo Museo Egizio al mondo dopo quello del Cairo, prima di quello di Londra. Oggi, sotto la guida dello studioso (per il quale c’è stata una grande mobilitazione: dalla Lettera aperta della comunità scientifica Egittologica, alle raccolte firme), straordinariamente cresciuto.
Ma, da quando l’arroganza, unita alla mancanza di competenza, esibita da taluni, è stata promossa al rango di strategia politica? E dibattere su questioni così lontane dalla propria portata è ricerca di nemici per assenza di argomenti?
Cui prodest? A chi giova provocare, irretire e irritare, cercare la rissa verbale, oggi su Christian Greco, domani sul nuovo predestinato al taglio della testa, cioè del posto di lavoro? La politica dovrebbe sollecitare la discussione, non sottoporre specialisti di fama preclara a disquisizioni e giudizi inconsistenti: questo non è certamente segno di vitalità in una democrazia! C’è un tema di strumentalizzazione politica che si innesta sul rifiuto – tipico della società odierna – del sapere specialistico. E’ pericoloso procedere senza l’elaborazione di argomentazioni logiche e farsi artatamente detrattori della competenza.
Il caso Greco è stato chiuso dall’intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ha dichiarato alla Stampa di Torino: “Rimarrà [Greco] al Museo Egizio finché la Fondazione lo vorrà. Non ha decifrato la Stele di Rosetta ma lavora bene. Marrone è stato frainteso”.
Certo Greco non è Jean-François Champollion, l’egittologo francese che duecento anni fa riuscì a tradurre la Stele di Rosetta, ma a differenza – nella circostanza, sia chiaro – di Maurizio Marrone, parla di cose che ha studiato a lungo e conosce bene. E forse qui sta la differenza, sempre in agguato tra noi comuni mortali, tra conoscenza e rischio di essere fraintesi.