“Sabato 17 dicembre la nostra manifestazione in piazza contro una manovra improvvisata e iniqua. Inadeguata rispetto al rischio recessione e all’impennata dell’inflazione. Lo avevamo anticipato nella nostra Assemblea di sabato. Ora, dopo le decisioni di ieri lo confermiamo con ancora più convinzione”. Questo il commento del segretario PD, Enrico Letta sulla legge di bilancio presentata dal governo.
“Aiuti contro il caro energia per soli 3 mesi. Guerra contro i poveri e favori agli evasori. Poco o nulla per il lavoro e la crescita. Dulcis in fundo (si fa per dire…), da dicembre aumentano benzina e gasolio. È una legge di bilancio che aggraverà la crisi economica e sociale”, così Antonio Misiani, responsabile economia e finanze del PD, interviene sulla Legge di Bilancio.
Lia Quartapelle, responsabile Europa, affari internazionali e cooperazione allo sviluppo, in un tweet scrive: “Giorgia Meloni all’opposizione ammoniva: le accise sulla benzina vanno abolite. Con la sua prima legge di bilancio, rimette le accise sulla benzina che Draghi aveva tolto. Quando si dice la coerenza prima di tutto”.
“Mi dispiace per Giorgia Meloni ma quella varata dal suo governo non è una manovra che ha visione e fa scelte politiche. E’ una manovra inadeguata e iniqua che non fronteggerà inflazione e recessione e che accentuerà i divari tra i cittadini. Si limitano a mettere in campo 21 miliardi contro la crisi energetica che saranno sufficienti a coprire non più di 4 mesi. A ciò si aggiunga che da dicembre aumenteranno benzina e gasolio. Di fronte alla terribile crisi inflattiva, l’esecutivo Meloni si limita a un intervento marginale e non efficace sul taglio del cuneo senza mettere in campo interventi più incisivi che sono riservati esclusivamente ai lavoratori autonomi che, con l’estensione del regime forfettario a 85mila euro, otterranno un vantaggio fiscale assolutamente sproporzionato rispetto ai lavoratori dipendenti. Questa e’ la manovra di un governo che penalizza chi paga le tasse, non combatte l’evasione fiscale, smantella una misura di sostegno contro la povertà e non investe nulla su scuola e sanità. Una legge di bilancio che accentuerà la crisi economica e sociale e che non da’ nessuna risposta ai cittadini più fragili”, così la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi commenta la conferenza stampa di Giorgia Meloni.
Quella varata dal governo Meloni non è una manovra improvvisata ma una finanziaria “reazionaria”. Lo dice Andrea Orlando in un post su Facebook.
“La manovra del Governo Meloni non è una manovra improvvisata. È una manovra che esprime in modo compiuto un’idea di società”. “La donna merita maggiori tutele se è madre ed in funzione del numero dei figli. Il lavoratore dipendente deve pagare più tasse degli altri lavoratori. Lo Stato mostra indulgenza con chi evade, ma non con chi è povero. Se è povero la colpa è sua. Punto. E su questo si troveranno significative convergenze con i meritocratici alle vongole disseminati anche nell’opposizione, politica e mediatica”. Continua Orlando: Continua Orlando: “La manovra dice soprattutto che se una persona è disoccupata, la colpa è sua. Non importa se ha solo la licenza elementare e vive in una regione con il 40% di disoccupazione. Infatti, si cancella la disoccupazione involontaria per legge. Nulla sul lavoro povero, né salario minimo, né regole sulla contrattazione”.
E ancora: “Nulla per chi nei prossimi anni andrà in pensione con contribuzioni ridicole, una priorità che era emersa e condivisa nel confronto con i sindacati nei mesi scorsi, in vista della prossima legge di bilancio (lo dico per quelli che sono sempre pronti a dire ‘ah le buone idee vi vengono da quando siete all’opposizione’)”. Insomma: “Non è una manovra improvvisata”, conclude. “È una manovra lucidamente reazionaria e, lo ribadisco, di classe”.
“Con la sua prima legge di bilancio, la destra al Governo dimostra tutta la sua incapacità di dare risposte utili al Paese. Delle fragorose promesse raccontate in campagna elettorale, resta soltanto il vuoto assoluto. D’altronde, la destra fa la destra e allora: via libera all’evasione fiscale, pochi spicci a chi ha bisogno e grandi regalie alle rendite; abbassano le tasse a chi guadagna 80mila euro all’anno ma tagliando 1.200 euro annui dagli assegni di 4 milioni di pensionati; da un lato studiano complicatissime social card per i beni di prima necessità ma dall’altro aumentano il prezzo della benzina. Siamo di fronte a una manovra che non è solo confusa e contraddittoria, ma gravemente dannosa per i cittadini più fragili. Dopo anni tra pandemia e crisi energetica, a 700mila italiani vulnerabili sarà detto che dovranno cavarsela da soli, che non hanno più diritto a nessun mezzo di sostentamento da parte dello Stato. L’Italia di Meloni e Salvini è un Paese che se ne frega dei diritti e soprattutto di quelli sociali, come dimostra l’assoluto silenzio intorno alla scuola e alla sanità lasciate prive di finanziamenti adeguati. Neanche un euro per colmare i divari sociali ed infrastrutturali del Mezzogiorno e delle aree deprivate e soprattutto un Paese dove a trionfare saranno sempre i furbi e le persone umili e oneste dovranno sempre soccombere. Noi a questa visione delle cose non ci stiamo e in Parlamento faremo battaglia per far valere i diritti dei cittadini più deboli”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio