Sintesi dell’intervista di Diego Longhin su La Repubblica.
“Controlli e formazione, sono questi i due elementi che per me fanno la differenza nel contrastare le morti sul lavoro.
Capitoli su cui usare i fondi del Pnrr per creare un “modello Italia” virtuoso: si spendono bene le risorse, si fa ripartire l’economia, senza però prescindere dalla salvaguardia della sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nei cantieri edili. Un Paese civile e moderno è un paese che è capace a coniugare ripresa e sicurezza”, così il sindaco di Torino Stefano Lo Russo nella sua intervista a La Repubblica, dopo il crollo di una gru lo scorso sabato in cui hanno perso la vita tre operai: Marco Pozzetti, Roberto Peretto e Filippo Falotico.
Lo Russo spiega il lutto cittadino: “Una scelta doverosa rispetto ad una tragedia che ha ferito in modo profondo Torino. Un segno di rispetto nei confronti delle persone scomparse e, contemporaneamente, un segno di attenzione che vogliamo dare come Città rispetto alla piaga degli incidenti sul lavoro”.
Per allontanare il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, il sindaco aggiunge: “E’ un fronte sul quale bisogna porre molta attenzione, vorrei sperimentare nuovi protocolli e metodi di verifica sull’esempio di quello che è stato fatto a Genova per il nuovo ponte. I controlli non si sono concentrati solo sulle aziende vincitrici degli appalti, ma su tutta la catena in subappalto e soprattutto sugli addetti che lavorano per le diverse aziende all’interno del perimetro del cantiere. La verifica sulle persone fisiche è più efficace nel ricostruire eventuali collusioni. Ho già avuto un primo confronto con il prefetto”.
Lo Russo conclude: “Questa tragedia ha avuto un impatto emotivo duro, ma credo che la ripresa di Torino debba andare avanti. Noi siamo la città del lavoro, della Thyssen, per questo mi piacerebbe che Torino diventasse davvero una delle capitali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Intervista integrale su La Repubblica.