Se la giunta Appendino e la giunta Cirio hanno a cuore lo sviluppo e il rilancio del Piemonte, e in particolare del nodo metropolitano, non servono slogan, ma progetti concreti.

E invece la rete ferroviaria e il trasporto intermodale torinese stanno ancora un volta “perdendo il treno”.

Dopo i clamorosi ritardi nella predisposizione e approvazione della variante al Piano regolatore per la realizzazione della stazione San Paolo che ha di fatto fermato la realizzazione della linea sfa Torino-Orbassano, e le ancora più imbarazzanti e mistificatorie scuse, ora anche la progettazione della linea Bussoleno Torino rischia di passare nel dimenticatoio.

E senza progetti niente risorse, ormai lo abbiamo imparato tutti.

Un anno fa l’Unione Europea si è presa l’impegno di cofinanziare al 50 % le tratte nazionali di adduzione al tunnel di base della Torino-Lione, che per noi significa dare nuova funzionalità alla tratta da Bussoleno all’area metropolitana.

Il cofinanziamento europeo potrebbe cubare svariate centinaia di milioni , oltre ai fondi del Recovery, già opzionati, ad esempio per il Brennero.

Ma dell’infrastruttura piemontese non c’è traccia neppure nell’elenco opere predisposto dalla Regione per i fondi Next Generation Ue; neppure il sollecito inoltrato al livello nazionale dall’ex commissario governativo Foietta ha smosso le acque.

Inutile dire che senza le tratte di adduzione il tunnel di base sulla tratta Torino Lione, nonostante il lavoro virtuoso compiuto in questi anni dalla italo francese Telt, incaricata della progettazione e realizzazione dell’opera, resta un’incompiuta e che Torino sta perdendo una opportunità reale interministeriale di risorse per migliorare il trasporto pubblico dell’area metropolitana, sia in termini di alta velocità sia degli spostamenti quotidiani dei pendolari. E questo tornerà drammaticamente alla ribalta nei prossimi mesi, quando usciremo dal tunnel dello smart working.