Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Almeno una donna su tre nel mondo ha subito una qualche forma di violenza nella propria vita: a casa, al lavoro, a scuola o in strada. “Nessuno deve essere lasciato indietro: poniamo fine alla violenza contro le donne e le ragazze” è la campagna dell’Onu di quest’anno che condividiamo appieno.
Tanti i passi in avanti registrati in Italia: innanzitutto lo stanziamento di fondi per la creazione di una banca dati nazionale e per il supporto, in forma stabile, dei centri antiviolenza e delle case rifugio.
Grande è ancora il percorso culturale che deve essere intrapreso.
Come dichiara il segretario Mimmo Carretta, “dobbiamo guardarci attorno e, rispetto ai tanti, ignobili e vili episodi di violenza che continuano ad accadere, ritrovare quel sano senso di indignazione che una società civile deve provare nell’assistere a ogni tipo di discriminazione. Il discorso sulla violenza di genere è come bloccato in un frasario fisso che spesso si limita a individuare una vittima e un carnefice. Dobbiamo iniziare a prendere coscienza che femminicidi e abusi sono il prodotto di una società non ancora perfettamente a suo agio con l’idea che uomini e donne siano uguali e che vadano trattati allo stesso modo in tema di diritti, considerazioni, giudizi e salari.
Rinnoviamo dunque il nostro impegno nel combattere quella che rappresenta una questione sociale e culturale dei nostri tempi, ovunque si possa annidare: in casa, nei luoghi di lavoro, in zone di conflitto e nella mente delle persone che permettono a tale violenza di perpetuarsi”. #25novembre